STANZA PER UN UOMO: FRANCO ALBINI

Per Albini (l’ambiente) è determinato dalla forma degli oggetti che vivono nello spazio secondo la loro particolare stereometria […] (Gli interni) di Albini rappresentano una specie di “razionalismo artistico” in cui la cosa più importante è l’oggetto ben disegnato e ben fatto.

Edoardo Persico, 1932.

La VI triennale di Milano del 1936 è segnata dalla prematura scomparsa di Edoardo Persico. Il famoso critico e illustre intellettuale, che quattro anni prima aveva mostrato ad un giovane Albini la via dell’architettura moderna.

In occasione della “Mostra dell’abitazione”, Albini si occupa dell’arredamento di tre alloggi. Di questi, uno in particolare, la “Stanza per un uomo”, si eleva a vero e proprio emblema del vivere contemporaneo.

In uno spazio di soli 27 mq, l’allestimento racchiude gli arredi e le soluzioni funzionali per uno stile di vita moderno. Pensato cioè per l’uomo contemporaneo. Un uomo, quello di Albini, sportivo, intellettuale e attento al culto del fisico (anche in termini di igiene).

La prima parte dell’allestimento è quella dedicata allo studio, arredato con una scrivania, quattro poltroncine e una libreria in cristallo a tutta altezza. Curioso è il pannello accanto al tavolo da lavoro, che espone alcuni esempi di esercizi ginnici.

Dietro, sullo sfondo di una grande parete in beola, ci sono la zona notte, il bagno e l’area deputata allo sport.

La struttura del letto sospende a circa 2 metri di altezza il mitico materasso in gomma piuma Pirelli, che sembra così fluttuare nell’aria. Esattamente sotto, appoggiato al pavimento, trova spazio un vogatore per l’esercizio quotidiano. Un armadio e un tappeto in linoleum per la ginnastica delimitano l’area destinata al riposo.

La doccia, di fronte al letto, è completamente trasparente e con tubi a vista, scelta che provocò non poco scalpore nell’Italia pudica degli anni ’30. Ci sono poi un lavabo, sospeso su esili tubi in acciaio e un espositore in griglia metallica per gli attrezzi da montagna… immancabili, considerata la grande passione di Albini per lo sci!

Il dialogo tra gli oggetti, immersi in una spazialità sapientemente pensata in tutte e tre le dimensioni, esprime con discrezione un razionalismo poetico. Modularità e cura maniacale per il dettaglio giocano un ruolo fondamentale. Concetti che, nel corso della sua carriera, il maestro coltiverà con dedizione facendone le basi dell’arte di esporre Albiniana. Arte che vedrà la sua massima espressione a partire dalla fine degli anni ’40, con gli allestimenti per i musei di Palazzo Bianco e Palazzo Rosso. Ma questa è ancora un’altra storia.

Immagini: Archivio Fondazione Franco Albini.

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